venerdì 23 settembre 2011

E per la Befana ci arriverà il carbone?

Leggendo un articolo dell'Espresso ho appreso che l'amministratore delegato dell'Enel, dopo esserci rimasto molto male perchè la popolazione italiana non l'ha accontentato sul nucleare, si stia impegnando moltissimo con il carbone.
Infatti, nel Lazio e precisamente a Torrevaldaliga la centrale Enel precedentemente funzionava ad olio combustibile e con un investimento di "appena" 2 miliardi l'ha convertita in "carbone pulito", ma che significa "carbone pulito"? Ma ovviamente mettere filtri di ultima generazione per trattenere le sostanze tossiche, quindi per i primi mesi magari funzioneranno, poi se le dimenticheranno di cambiare, gli altri di controllare e gli altri di applicare le norme e quindi andrà a finire che c'è le respiriamo tutte. Però è anche vero che produrre energia è necessario e con qualcosa si dovrà pur fare questa benedetta corrente elettrica ed il carbone tutto sommato se vengono rispettati tutti i criteri del caso è forse una di quelle che inquina meno, però... ,è si, c'è un però e anche pesante. Il carbone all'atto della combustione emette anidride carbonica in grandi quantità, tanto per fare un esempio, l'ultima centrale costruita quella appunto del Lazio, rilascia oltre 10 tonnellate all'anno di anidride carbonica pari a, circa, 4 volte le emissioni annuali di Milano, e fin qui...ma il problema viene dopo. Con il protocollo di Kyoto, dove si è stabilito che ogni nazione deve ridurre l'emissione di CO2 proprio per evitare l'effetto serra, l'Italia sarebbe tenuta, in caso di sforamento del tetto massimo, a pagare delle sanzioni, che sarebbero piuttosto care e quindi renderebbero queste centrali contro-produttive. Insomma i vertici aziendali delle nostre compagnie energetiche sono ancora fissati a tecnologie, materiali, o tecniche "vecchie" capaci sì di funzionare nell'immediato ed anche con relativa sicurezza, ma che nel lungo periodo non consentano il risparmio che ci si aspetti. 

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