giovedì 15 settembre 2011

I Brics soccorrono i Piigs

Notizia di questi giorni che i paesi emergenti i Brics, ovvero Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa, aiuteranno l'Europa ad uscire da questa crisi, paesi che hanno economie, al momento sane, e che crescono sempre di più. Ma che cosa hanno fatto o che cosa fanno per mantenere una costante crescita economica e di sviluppo a differenza di noi Piigs (ovvero Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna)?
Semplice, non si sono fatti infinocchiare dai Subprime e dalle agenzie di rating, non hanno seguito i consigli del Fondo Monetario Internazionale, e hanno utilizzato una spesa pubblica oculata e priva di grossi sprechi, come Brasile e Sud Africa ad esempio, oppure grandi investimenti pubblici in opere "reali" di utilità (e non il ponte sullo stretto) come ad esempio in Cina, ma sopratutto spendono di più nella ricerca e sviluppo come si può notare da questa tabella. Per darvi un'idea, comparabile con gli stati europei vi metto il link a quest'altra tabella. Adesso, l'attacco sembra spostarsi sulla Francia, sulle banche francesi per la precisione, perchè assieme a quelle tedesche sono quelle che detengono parecchi bond di stati con problemi di liquidità, tutto questo mi riporta ai miei precedenti post dove menzionavo ad un attacco vero e proprio alla stabilità della nostra valuta. Non a caso dopo i grossi acquisti di titoli di stato italiani e greci da parte delle banche europee, un'altra agenzia di rating declassa le banche francesi, sicuramente nel breve termine succederà qualcosa d'altro, come magari l'aumento delle materie prime, ed ecco che l'altra agenzia di rating comunicherà qualcosa d'altro di spiacevole per le nostre casse. L'unione europea nel suo insieme e con tutte le sue politiche è considerata una minaccia per il capitalismo più sfrenato, per i grossi poteri economici mondiali, sapete chi sono quelli che inventarono i mitici Subprime per poi farli fallire? Le banche americane e di chi sono le banche americane o meglio chi le controlla realmente, ma ovviamente le agenzie di rating! Leggete questo articolo del Fatto Quotidiano che intervista un dipendente che nel 2010 si licenzio da una di esse. Ah dimenticavo, anche il governo USA inizia a credere che le agenzie di rating debbano essere "controllate" o ridimensionate nel loro potere di influenza nei confronti degli stati.

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