venerdì 16 marzo 2012

Quando la maternità è un "difetto"


Ad ascoltare certi imprenditori o politici mi viene da pensare che quando erano piccoli devono avere subito delle frustrazioni non indifferenti, esempio in tempi recenti è stata la Gelmini quando era ministro dell'istruzione che disse "...Stare a casa dopo un parto è un privilegio..."
E' chiaro che una frase del genere denota una mancanza di sensibilità pazzesca, primo per un discorso affettivo, del tipo il tuo bimbo di appena qualche settimana a chi lo affidi? Alla baby sitter o una struttura tipo il nido? Ma al nido quando è così piccolo non lo prendono e allora sei obbligata a prenderti la baby sitter ed ecco che arriviamo al secondo punto, quello economico, se tu sei al lavoro prendi direttamente la tua busta paga e la passi alla baby sitter perchè generalmente i guadagni e i costi si equivalgono, direi proprio che non conviene, se non altro per il rischio di vedere chiamata "mamma" la tata. Poi ci sono certi imprenditori, che grandi geni della comunicazione e del marketing associano la maternità, obbligatoria per giunta, alla malattia, ovviamente è il caso della Fiat, quella casa automobilistica italiana che una volta vendeva utilitarie in tutto il mondo ed ora le vende solamente ai suoi operai, semmai volessero ancora lavorare. Nel nuovo contratto che è stato firmato con i sindacati, ad esclusione della Fiom, si stabilisce che il premio di produzione non venga dato a chi non ha almeno lavorato in un anno 870 ore pari a 108 giorni lavorati da 8 ore ciascuna, considerando mediamente 23 giorni lavorativi al mese si arriverebbe a circa 5 mesi di lavoro. Le operaie alla catena di montaggio o in altri reparti di meccanica, in poche parole tutte quelle che non sono negli uffici, automaticamente vengono messe a casa con l'interdizione obbligatoria ed è logico e normale, vorrei vedere chi non fosse così pazza da continuare a lavorare in quelle condizioni con il rischio per il feto e per la propria salute, che nell'arco di un anno i 5 mesi si facciano fatica a raggiungere ed ecco che a questo punto non scatta il premio produzione. E qui, scatta anche un'osservazione, del tipo "Ma perchè in Italia non si fanno più figli?" oppure "Solo gli stranieri fanno dei bimbi", la risposta è logica, lo straniero è già molto se lavora solo l'uomo e pertanto la donna rimane a casa e può badare ai figlio, l'italiano no, lavorando anche la donna gli viene di fatto proibito avere dei figli pena il licenziamento oppure rischia dei decurtamenti salariali. Non sò voi, ma a me questa situazione ricorda molto le operaie di una volta, guardate questa immagine, sono operaie della Fiat ed il cerchio si chiude....

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