giovedì 25 ottobre 2012

La relazione fra Massimo D'Alema e Berlusconi




Spulciando come al solito trovo questo post di un altro blog
E' da notare che parte del discorso è stato fatto alla Camera ed è stato stenografato ed è quindi PUBBLICO




Ecco chi è (davvero) Massimo D'Alema - La lettera
In questi giorni il dibattito politico sembra snodarsi attorno ad un interrogativo: Massimo D’Alema si candiderà o no? Lui, da parte sua, non vuole saperne di andare a casa dopo decenni di Parlamento e ha messo su una raccolta di firme (molte delle quali false) a sostegno della sua candidatura. Nel frattempo, Ferdinando Imposimato, presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione, ci spiega, con una nota molto dura, quali siano le responsabilità storiche e politiche dell’esponente Pd. Riportiamo integralmente la nota:

Il patto scellerato tra D’Alema e il suo amico di Arcore
Fu Massimo D’Alema – lo diciamo da anni- che diede a Silvio Berlusconi, nel 1994, l’assicurazione che il suo impero mediatico non sarebbe stato toccato. Ignorava l’allora capo della opposizione che il 69,3% degli italiani decide come votare guardando la TV. La verità la confessò Luciano Violante nel febbraio 2002, quando disse, nello stupore del Paese: “L’on Berlusconi sa per certo che gli è stata data garanzia piena nel 1994 che non sarebbero state toccate le televisioni. Voi ci avete accusato, nonostante non avessimo fatto la legge sul conflitto di interessi e dichiarato eleggibile Berlusconi nonostante le concessioni”. E ciò in violazione della legge 30 marzo 1957, ignorando l’appello di Giorgio Bocca, Paolo Sylos Labini e Giuseppe Laterza. Non c’era stata ignoranza ma un consapevole patto scellerato tra D’Alema e il suo amico di Arcore.
Un regime nato e cresciuto sui rapporti con la mafia stragista, sui servizi deviati alleati della mafia, sui poteri occulti, sulle ingiustizie sociali, sui potentati economici, sulla umiliazione della scuola pubblica e dell’Università.


Ferdinando Imposimato
presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione

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