giovedì 18 ottobre 2012

La voragine nella Louisiana si è "trasformata".

Ricordate quello che scrivevo qualche mese fà a proposito della strana voragine che inghiottiva tutto? Ora vi è un triste aggiornamento.
Nell'enorme "buco" che si è formato come conseguenza del collasso di una caverna sottostante, sfruttata per estrarre sale e liquidi salmastri per uso industriale, dovuto probabilmente ad una serie di concause, dal lungo sfruttamento ai piccoli terremoti avutosi in quella zona, di certo è che ora da quella voragine stà uscendo del petrolio.
Vi lascio ad un bel articolo che ho trovato su quest'altro blog.
Fonte : http://blogeko.iljournal.it/

Non solo una. Sono diventate due le rognose grane ambientali della Louisiana legate al petrolio. Ricordate lo strano imbuto che inghiotte un’area crescente e che è accompagnato da un accumulo di gas nell’acqua di falda e nel sottosuolo? Ebbene, l’imbuto è diventato una sorta di laghetto coperto di petrolio: è ufficiale e lo si vede chiaramente nella foto a lato. La fonte del petrolio e del gas è ignota. L’imbuto è una specie di piccola, inedita marea nera in terra, mentre all’incirca a 500 chilometri in linea d’aria anche sul Golfo del Messico c’è una piccola marea nera: fonte ignota; in quel caso il petrolio – fresco – viene dallo stesso giacimento in cui pescava Macondo, il pozzo di petrolio e gas da cui nel 2010 uscì la grande marea nera. Nessuno – a quel che risulta – ha ancora analizzato il petrolio dell’imbuto, per vedere se per caso è chimicamente “parente” di quello che affiora sul mare. Non starò qui ad indulgere alle interpretazioni (numerose e vecchie di due anni, basta farsi un giretto su internet) secondo cui le manovre per turare il pozzo Macondo, a causa dell’oggettivamente enorme pressione del giacimento, avrebbero fratturato il fondale oceanico e il sottosuolo con lo stesso effetto di un sassolino che colpisce il parabrezza dell’auto: una ragnatela di crepe che lentamente si allarga. Sono ipotesi non provate, cui ho solo accennato quando, un anno fa, sul Golfo del Messico è stato trovato per la prima volta petrolio fresco di Macondo: e in fondo a questo post trovate esclusivamente link a fatti acclarati relativi all’imbuto. Già sufficientemente inquietanti di per sè, perchè nessuno sa come rimediare. Ora le foto. L’associazione Lean (Louisiana environmental issues) ha mandato un fotografo a sorvolare l’imbuto. Dice di aver sentito una terribile puzza di petrolio e di gas. Ed ecco cosa ha visto.
Sotto ho aggiunto, in piccolo, le foto dell’imbuto che ho pubblicato quando in passato ne ho parlato: era una semplice pozza fangosa (a sinistra), ha cominciato a scurirsi e ad allargarsi verso uns strada sterrata i cui alberi comunque erano ancora sul terreno solido (al centro) mentre ora sono semi sommersi nella poltiglia, era comunque ancora relativamente racchiuso dai salsicciotti di contenimento gialli (a destra) che adesso sono ampiamente superati. 

E’ ormai certo che sotto l’imbuto sia collassata una caverna di sale in cui in passato è stata iniettata ed estratta acqua per ottenere un liquido salmastro adatto a scopi industriali: forse – ma è ancora da provare – la caverna si è indebolita perchè è stata sfruttata troppo a lungo o forse, come sostiene l’impresa che l’ha utilizzata, ha ceduto a causa di piccoli terremoti. 
In ogni caso ora un giacimento di idrocarburi nelle viscere della terra è in comunicazione con l’imbuto e con la superficie.
Nessuno sa come bloccare rapidamente il flusso di petrolio e di gas: ed è questo ciò che più inquieta. Le autorità hanno dato ordine di trivellare dei pozzi (alcuni di essi hanno già intercettato il gas a scarsa profondità) con la speranza di alleggerire la pressione nel sottosuolo.


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