martedì 20 agosto 2013

La produttività italiana.

Mi capita sovente di parlare con amici di vari argomenti per poi magari approfondirli e per poi parlarne qui in questo blog. Questa volta è toccato a mio cognato ispirarmi
l'argomento della giornata, ovvero la produttività italiana di un singolo lavoratore. Sono statistiche difficili da confrontare e molto diverse fra loro da prendere in considerazioni, però, esiste un organismo internazionale che si occupa di tutto ciò e crea delle rilevazioni molto spesso accurate e precise, questo ente si chiama OCSE. La base dell'argomento con il quale sono partito con mio cognato è stato il terremoto dell'Emilia dove, vuoi anche l'emozione e la solidarietà del momento, si è avuta una dimostrazione complessiva di efficienza e organizzazione, che normalmente non ci si aspettava, ma è pur vero questo? L'ex ministro Fornero e tanti altri puntano il dito contro le eccessive ferie dei lavoratori italiani, oppure al fatto che sono dei scansafatiche, cosa che per'altro sembrerebbe anche vera, ma gli altri fanno realmente meglio di noi? A giudicare dalle statistiche che prendono in considerazione il solo lavoro sembrerebbe proprio di no, ad esempio, considerando la statistica OCSE delle ore lavorate pro-capite per tutta la popolazione, risulterebbe che sia la Germania che la Francia lavorerebbero rispettivamente 708 e 609 ore contro le 722 dell'Italia, meglio di noi la Svezia con 801 ore, in ogni caso la media della zona Euro è 696, gli Stati Uniti per intenderci sono a 797. I più stacanovisti risulterebbero di gran lunga quelli del Lussemburgo con 1.141 ore di lavoro! Ecco sfatato il primo mito, il fare meno ore degli altri, direi invece che siamo in linea. Paradossale il raffronto se si raffrontano le ore medie lavorate, l'Italia risulterebbe addirittura più produttiva, infatti si passerebbe addirittura ai primi posti dei paesi OCSE con una media di 1.774 ore contro le 1.704 degli Stati Uniti, le 1.728 del Giappone, le 1.406 della Germania, le 1.421 della Norvegia, la media europea per intenderci è 1.571. Insomma, chi lavora, o meglio chi ha un lavoro passa più tempo degli altri stati sul luogo di lavoro. Ma allora dove perdiamo? Perdiamo purtroppo nella capacità di creare sviluppo, oggetti o altro ancora, perdiamo nel realizzare con meno risorse, perdiamo in poche parole nell'investimento, nella capacità di saper sfruttare al meglio la ricerca. Vi voglio raccontare un episodio che mi raccontava un esperto in materia di sicurezza aziendale. Un giorno il tecnico viene chiamato in un'azienda di una cinquantina di operai per cercare di risolvere un problema lavorativo. In una determinata postazione, dove si spostavano fra due banchi di lavoro pesanti motori, avveniva purtroppo che parecchie volte il pezzo cadeva procurando delle ferite alle persone. Guardando come procedevano in quel punto notava che gli operai non adottavano nessuna macchina o aiuto meccanico per sollevare quei motori e che li trasportavano a braccia fino all'altra postazione distante un paio di metri. Allibito da questa "deficienza" di tutti fece ordinare all'azienda un semplice carrello del valore di poche centinaia di euro e da quel momento scomparvero incidenti ed infortuni da quella fabbrica. Sembrerà strano, ma il problema italiano, per come la vedo io, siamo troppo occuparti a guardarci la punta del naso e a preoccuparsi di spendere 1 euro per quello che non riteniamo necessario che a guardare il muro che si stà avvicinando sempre più.



Fonte:
http://stats.oecd.org/Index.aspx?DataSetCode=DECOMP%20
http://stats.oecd.org/Index.aspx?DataSetCode=LEVEL
http://www.intervistato.com/2012/12/il-falso-mito-dellitaliano-sfaticato-e.html?utm_source=dlvr.it&utm_medium=facebook#.UgzYN5I9KPt

Nessun commento:

Posta un commento